Candle in the Wind

Candle in the Wind

30 nov 2012

Mr Nemo Nobody



Non si può tornare indietro... per questo è difficile fare una scelta;
ma fin quando non si sceglie nulla… tutto è possibile.


Come puoi essere cosi' sicuro che anche tu esisti?
Tu non esisti, e neppure io.
Siamo il frutto dell'immaginazione di un bambino di nove anni 
messo di fronte ad una scelta impossibile.
 Negli scacchi si chiama Zugswang. 
Quando l'unica mossa possibile è quella di non muovere.






Surreale, onirico, filosofico e fantascientifico, con immagini che richiamano il miglior cinema di Linch, e la razionalità della teoria di "Matrix".

Così potremo definire "Mr Nobody", del regista belga Jaco van Dormael, un film incredibile che nelle sale italiane non è stato molto attenzionato.

Nonostante gli accenni a "Sliding Doors" e "Vanilla Sky", la pellicola è talmente innovativa da risultare un esperimento alquanto rischioso: per quante volte la si possa guardare, le si dà ogni volta un significato diverso.
Attraverso un gioco di dimensioni parallele o realtà alternative, la storia cambia infinite volte, infatti, tante quante le scelte del protagonista, e le variabili ad esse collegate.

Spiegare la trama in quest’ottica è alquanto difficile, vista la mutabilità narrativa.
Nemo Nobody, ossia Nessuno Nessuno! (Jared Leto) è un bambino che si trova davanti alla impossibile scelta di dover decidere con quale dei genitori andare a vivere, quando decidono di separarsi. La sua vita prenderà strade diversissime, in funzione proprio di quella scelta, e di tutte le altre che il destino gli porrà davanti.
E Nemo, nel 2092 alla veneranda età di 120 anni, in un futuro in cui è l’ultimo mortale rimasto, rivive, raccontandole, tutte le sue scelte e le relative conseguenze, come se le avesse vissute tutte.

In un intrecciarsi di realtà e mondi possibili, definiti dall’effetto farfalla,
(Si dice che il minimo battito d’ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo, "The Butterfly Effect"), per cui ogni evento, anche quello più insignificante, può causarne un altro di proporzioni enormi, ogni scelta fatta da Nemo determina una storia diversa... una vita diversa.
Così l’esistenza di Nemo si scompone e si riunisce infinite volte, tanto da arrivare a chiedersi se gli avvenimenti che vediamo siano mai esistiti o siano solo la fantasia galoppante di un bambino o la smemorata visione di un vecchio ultracentenario con accenni di demenza senile.
E così l’amore, le paure, le ambizioni, si confondono nella possibile scelta del protagonista di sposare, una alla volta ma contemporaneamente, tre donne diverse, Anna (Diane Kruger), Elise (Sarah Polley), Jeanne (Linh-Dan Pham). E ogni volta, in ogni realtà, un milione di altre scelte si palesano una dopo l’altra come i tasselli del domino.

Costruito in maniera folle, come solo i pensieri sanno essere, il film si avvale di una serie di immagini e fotogrammi uniti in sequenza, come fossero frammenti di ricordi che si uniscono dando vita ad un puzzle multidimensionale.
La cosa strana è che in tutto questo caos di racconti non ci si perde mai, e nonostante il regista e sceneggiatore balzi da una realtà possibile all’altra in modo illogico, noi riusciamo a seguire il suo filo conduttore e a divertirci con il suo giocare col Destino, guidati da una colonna sonora che pare ci tenga ancorati alla realtà che noi conosciamo, nonostante il pericoloso viaggio psichico che stiamo compiendo.

Probabilmente bisogna essere un po’ smaliziati alle incursioni irrazionali e alle divagazioni dialettiche per poter apprezzare questo film, ma chi riuscirà a penetrare attraverso la bizzarra visione del film, potrà godere di due ore di un viaggio allucinante, senza bisogno di sostanze stupefacenti.
Da vedere assolutamente!


26 nov 2012

Luna di Neve e di Lupo


LA LUNA DI NEVE

Questa Luna indica che il caldo e la luce ormai sono in declino, e annuncia l’arrivo dei mesi più bui dell’anno. Madre Terra sbadiglia ed è pronta ad addormerntarsi. La neve fa la sua parte. Ricopre con i suoi fiocchi, La Madre e tutta la natura, fornendo una coltre protettiva che rende confortevole il suo riposo e la protegge dai rigori dell’inverno.
Anche noi cominciamo a rallentare i nostri ritmi. Con la Terra a riposo, trascorriamo più tempo in casa. Portiamo a termine i progetti e chiudiamo questioni lasciati in sospeso. Ci rilassiamo e riordiniamo le idee.
Facciamo il riepilogo di tutti gli aspetti positivi che caratterizzano la nostra vita, ed esprimiamo la nostra gratitudine perché ci rendiamo conto che sono molti.
E’tempo di atmosfere sfumate di contorni indefiniti… sotto questa lunazione nulla appare chiaro.
Può fare già molto freddo oppure le giornate sono ancora miti… può piovere a dirotto, oppure l’unica umidità è davvero quella delle nebbie mattutine e pomeridiane. La nebbia ci avvolge e non ci permette di guardare lontano. Dobbiamo stare nel qui e ora e viaggiare lenti, proprio come dicono i cartelli sulle autostrade. Dunque il monito di questa lunazione è la prudenza.

Mentre la quiete ovattata delle nebbie rende tutto indistinto, nascosto, insondabile, cresce la voglia di stare in noi stessi più che nel branco, la voglia di concederci tempo e attenzioni profonde per ritrovare il filo del nostro percorso. La nebbia che ci impedisce di guardare fuori e lontano distoglie la nostra attenzione dalle tante distrazioni del mondo, guidando lo sguardo verso l’interno e vicino al nostro cuore: assecondare la nebbia è l’unico modo ora per camminare sicuri sul percorso che ci è assegnato.
Ma guardare vicino non è solo lentezza; è anche poter cogliere i dettagli, tenere conto delle piccole pietre e del muschio che incontriamo sul sentiero che stiamo percorrendo. È anche osservare i nostri piedi…
Guardare vicino ci fa scoprire di cosa abbiamo veramente bisogno prima di affrontare le fatiche della prossima Rinascita simbolica che avverrà con Yule.
Guardare vicino significa rallentare la corsa per osservare il presente, i risultati finora consolidati, e godere del loro sapore.

Dunque, guardando dentro di noi, faremo uno sforzo per individuare le potenzialità oggettive di cui già disponiamo, quelle che sono da affinare e - con buona grazia - cercheremo di affrontare anche i nostri lati bui e le nostre difficoltà interiori, percorrendo il viaggio autunnale nell’Ombra, il nostro lato più intimo e oscuro.







LUNA DEL LUPO

Nella cultura celtica era un simbolo di benessere, cura, lealtà, capacità di amare, proteggere i propri cari. Il lupo sembrava avere anche un ruolo importante sulla monatazione celtica dove ricorreva sull’oro, sull’argento e sul bronzo, ma soprattutto- come l’orso- veniva considerato l’emblema della forza e della combattività. Al lupo veniva attribuito un significato escatologico: in una leggenda un grosso lupo divorò il Sole e la Luna eliminamndo così la vita sulla terra , per poi rigenerarla.

Per i Celti il Lupo era una guida per coloro che si avventuravano nei mondi spirituali, un animale di potere che veniva in aiuto di chi ne avesse bisogno e fungeva da accompagnatore verso la Terra dei Morti, guidando le anime attraverso le foreste dell’Altromondo.




Fonti:
“L’Arte della Strega” D. Morrison
“Magia Verde” A. Moura

21 nov 2012

Tensione Evolutiva





 E una ragione per vivere
Per sollevare le palpebre
E non restare a compiangermi
E innamorarmi ogni giorno ogni ora
Ogni giorno ogni ora di più...



19 nov 2012

Undici Bambini



Ci sarebbe dovuto essere un tempo per questa parola 
domani, domani, domani, 
si insinua a piccoli passi giorno per giorno 
fino all'ultima sillaba del tempo prescritto; 
e tutti i nostri ieri hanno rischiarato a stupidi 
la strada a una morte polverosa. 

Consumati, consumati, corta candela! 
La vita è un'ombra che cammina, un povero attore 
che si agita e pavoneggia la sua ora sul palco 
e poi non se ne sa più niente. È un racconto 
narrato da un idiota, pieno di suoni e furore, 
significante niente. 


Macbeth: atto V, scena V


16 nov 2012

Uniti, ma divisi.








Morire, sperare, rompere, decomporre, se fatto in armonia, in Natura, vuol dire ritornare alla vita.
La decomposizione è una forma di amore. Dare agli altri gli elementi che compongono il proprio corpo.
Lasciarli sciogliere nella terra. Affinché diano la vita ad altre creature.
Grande insegnamento. Grande speranza, grande amore.
Il corpo che si decompone è la dimostrazione che tutto torna a Dio, e che noi risorgiamo in altre dimensioni.
Tutti i Maestri e le guide che vi seguono, devono lasciarvi andare...
Anche questo... in Natura... è un insegnamento.
La leonessa abbandona i propri cuccioli, quando sono pronti alla vita. Alcuni di loro muoiono. Ma chi sopravvive ha la forza per continuare da solo.

Anche questa è la legge dello Yin e Yang.
L'anima segue ciò che è capace di seguire.
Ogni uomo, ogni albero, ogni filo d'erba che cresce sulla terra ha uno scopo.
Chiedetevi qual è il vostro. E sappiate innaffiarlo con Fede, con Amore e con Speranza.
Verranno momenti difficili, ma se saprete innaffiare il vostro albero, il vostro seme, il vostro filo d'erba... allora avrete la forza per superare ogni battaglia.
Ognuno di voi vorrebbe una risposta a tutte le domande che gli premono dentro.
La risposta non c'è mai. Non è mai definitiva.
La risposta è: abbiate fede.
Credete con tutte le vostre forze e saprete superare la battaglia, se resterete ancorati a questa grande roccia chiamata spirito. Questo la Natura ci insegna, ci porta, ogni momento, ogni secondo, ogni attimo.
Ci insegna che se lottiamo, se abbiamo fede, se abbiamo la speranza potremo anche morire. Ma comunque ritorneremo.

La Natura è tutto questo. La Natura è Dio.
E' la sua forza, è la sua luce, che compenetra, che si evolve. Che allontana la corteccia. Che fa nascere nel suo interno nuovi alberi, nuovi fiori, nuove specie animali.
Tutto è racchiuso in un grande uovo, chiamato Dio, e tutti noi ne facciamo parte. 
Ecco che allora la nostra mente si evolve. E allora non seguiamo più la individualità, l'ego. Ma cerchiamo come la Natura di ragionare. Per gruppi: voi li chiamate paradigmi di coscienza.
Ecco. Una coscienza. Un essere. Un altro essere... 
Fra questi esseri può scoppiare una guerra, può scoppiare la pace, può scoppiare una malattia, un'epidemia... Ma se sono uniti, sapranno vincere anche se divisi.
E' questo il Messaggio. Uniti, ma divisi.



Il Giardino del Tao
Huang-Ti Mo-Tzu


12 nov 2012

Ora e Sempre



Dimenticata? Tu sei parte della mia esistenza, di me stesso.
Sei stata ogni parola che ho letto, da quando per la prima volta sono venuto qui.
Tu eri dappertutto; facevi parte delle bellezze che la natura mi offriva:
eri nel fiume, nelle vele dei bastimenti, nelle nuvole, nella luce, nell’oscurità,
nel vento, nei boschi, nel mare, nelle strade.
Sei stata l’incarnazione di ogni dolce fantasia cullata dalla mia mente.
Le pietre con le quali sono stati costruiti i più solidi edifici di Londra,
non sono più reali e meno indistruttibili delle tue mani,
di quello che non siano e saranno la tua presenza e il tuo influsso su di me,
qui e dovunque, ora e sempre.
Fino all’ultima ora della mia vita non puoi che rimanere parte della mia anima,
parte di quel pò di bene che è in me, e di tutto il male.


Charles Dickens




7 nov 2012

La Sostanza delle cose



Sempre più lento andava il pensieroso e si chiedeva frattanto: «Ma che è dunque ciò che avevi voluto apprendere dalle dottrine e dai maestri, e che essi, pur avendoti rivelato tante cose, non sono riusciti a insegnarti?». Ed egli trovò: «L’Io era, ciò di cui volevo apprendere il senso e l’essenza. L’Io era, ciò di cui volevo liberarmi, ciò che volevo superare. Ma non potevo superarlo, potevo soltanto ingannarlo, potevo soltanto fuggire o nascondermi davanti a lui. In verità, nessuna cosa al mondo ha tanto occupato i miei pensieri come questo mio Io, questo enigma ch’io vivo, d’essere uno, distinto e separato da tutti gli altri, d’essere Siddharta! E su nessuna cosa al mondo so tanto poco quanto su di me, Siddharta!».

Colpito da questo pensiero s’arresto improvvisamente nel suo lento cammino meditativo, e tosto da questo pensiero ne balzò fuori un altro, che suonava: «Che io non sappia nulla di me, che Siddharta mi sia rimasto così estraneo e sconosciuto, questo dipende da una causa fondamentale, una sola: io avevo paura di me, prendevo la fuga davanti a me stesso! L’Atman cercavo, Brahma cercavo, e volevo smembrare e scortecciare il mio Io, per trovare nella sua sconosciuta profondità il nocciolo di tutte le cortecce, l’Atman, la vita, il divino, l’assoluto. Ma proprio io, intanto, andavo perduto a me stesso».

Siddharta schiuse gli occhi e si guardò intorno, un sorriso gli illuminò il volto, e un profondo sentimento, come di risveglio da lunghi sogni, lo percorse fino alla punta dei piedi. E appena si rimise in cammino, correva in fretta, come un uomo che sa quel che ha da fare.

«Oh!» pensava respirando profondamente «ora Siddharta non me lo voglio più lasciar scappare! Basta! cominciare il pensiero e la mia vita con l’Atman e col dolore del mondo! Basta! uccidermi e smembrarmi, per scoprire un segreto dietro le rovine! Non sarà più lo Yoga-Veda a istruirmi, né l’Atharva-Veda, né gli asceti, né alcuna dottrina. Dal mio stesso Io voglio andare a scuola, voglio conoscermi, voglio svelare quel mistero che ha nome Siddharta!».

Si guardò attorno come se vedesse per la prima volta il mondo. Bello era il mondo, variopinto, raro e misterioso era il mondo! Qui era azzurro, là giallo, più oltre verde, il cielo pareva fluire lentamente come i fiumi, immobili stavano il bosco e la montagna, tutto bello, tutto enigmatico e magico, e in mezzo v’era lui, Siddharta, il risvegliato, sulla strada che conduce a se stesso. Tutto ciò, tutto questo giallo e azzurro, fiume e bosco penetrava per la prima volta attraverso la vista di Siddharta, non era più l’incantesimo di Mara, non era più il velo di Maya, non era più insensata e accidentale molteplicità del mondo delle apparenze, spregevole agli occhi del Brahmino, che, tutto dedito ai suoi profondi pensieri, scarta la molteplicità e solo dell’unità va in cerca. L’azzurro era azzurro, il fiume era fiume, e anche se nell’azzurro e nel fiume vivevan nascosti come in Siddharta l’uno e il divino, tale era appunto la natura e il senso del divino, d’esser qui giallo, là azzurro, là cielo, là bosco e qui Siddharta. Il senso e l’essenza delle cose erano non in qualche cosa oltre e dietro loro, ma nelle cose stesse, in tutto.


Siddharta


1 nov 2012

Vita, Morte, Vita



Fingiamo di poter amare senza che muoiano le nostre illusioni sull'amore, fingiamo di poter andare avanti senza che muoiano le nostre aspettative superficiali, fingiamo che le nostre ebbrezze e i nostri impeti preferiti non moriranno mai.
Che cosa muore? Muore l'illusione, muoiono le aspettative, la bramosia di avere tutto, il desiderio di prendere solo il bello, tutto questo muore.

Bisogna trovare il coraggio nell'oscurità della rigenerazione. Cambiare i nostri modi di essere, per riflettere la salute e non la povertà dell'anima. La paura è una scusa modesta per non fare questo lavoro; tutti abbiamo paura. 
Se sei vivo, hai paura.
Non è con l'Io mutevole che amiamo l'altro, ma con l'Anima Selvaggia.
Una selvaggia pazienza è necessaria per fare questo.
Ci vuole un cuore desideroso di morire e rinascere, morire e rinascere.

Deve esserci un certo punto nella vita di un uomo in cui, fiducioso, và dove l'amore lo conduce. La fiducia non dipende dal fatto che sa che l'amante non lo ferirà. La sua è la fiducia che qualunque ferita riceva, essa potrà essere curata, che una vita nuova segue la vecchia. 
Perché l'amore fiorisca, bisogna aver fiducia nel fatto che qualunque cosa accada, comunque apporterà una trasformazione.

Il nostro centro psicologico e fisiologico è il cuore.
E' il cuore che ci fa amare come ama un bambino: appieno, senza riserve, senza sarcasmo, né dispregio o protezionismo.
All'inizio, quando impariamo ad amare davvero, fraintendiamo molto. Pensiamo di essere inseguiti, mentre in realtà è la nostra intenzione di metterci in relazione con un altro essere umano in modo speciale.

Ovunque stia nascendo l'amore, sempre affiora la forza Vita/Morte/Vita. Sempre.



C. P. Estes - Donne che corrono coi Lupi