Candle in the Wind

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16 giu 2011

Solstizio d'Estate e la notte di s.Giovanni


Solstizio: dal lat. solstitiu(m), è composto dal termine latino sol,solis cioè 'sole' e un derivato del verbo sistere, ossia  'fermarsi': perché sembra che il sole si fermi e torni indietro.



Il sole in questo periodo sembra fermarsi, sorgendo e tramontando sempre nello stesso punto sino al 24 giugno (per quello invernale il 25 Dicembre) quando ricomincia a muoversi sorgendo gradualmente sempre più a sud sull'orizzonte (a nord per quello invernale)



La notte di S. Giovanni, il 24 giugno appunto, rientra nelle celebrazioni solstiziali; il nome associatogli deriva dalla religione Cristiana, perche' secondo il suo calendario liturgico vi si celebra San Giovanni Battista (come il 27 dicembre S. Giovanni Evangelista).

In questa festa, secondo un'antica credenza il sole (fuoco) si sposa con la luna (acqua): da qui i riti e gli usi dei falo' e della rugiada, presenti nella tradizione contadina e popolare. Non a caso gli attributi di S. Giovanni sono il fuoco e l'acqua, con cui battezzava... una comoda associazione, da parte del cristianesimo, per sovrapporsi alle antiche celebrazioni...

Cosi' nel corso del tempo, c'e' stato un mischiarsi di tradizioni antiche, pagane, e ritualita' cristiana, che diedero origine a credenze e riti in uso ancora oggi e ritrovabili per lo piu' nelle aree rurali.


I Fuochi di S. Giovanni

I falò accesi nei campi la notte di S. Giovanni erano considerati, oltre che propiziatori anche purificatori e l'usanza di accenderli si riscontra in moltissime regioni europee e persino nell'africa del nord.

I contadini si posizionavano principalmente su dossi o in cima alle colline, e accendevano grandi falo' in onore del sole, per propiziarsene la benevolenza e rallentarne idealmente la discesa; spesso con le fiamme di questi falo' venivano incendiate delle ruote di fascine, che venivano fatte precipitare lungo i pendii, accompagnate da grida e canti.

Come gia' detto sopra i falo' avevano pero' anche funzione purificatrice: per questo vi si gettavano dentro cose vecchie, o marce, perche' il fumo che ne scaturiva tenesse lontani spiriti maligni e... streghe :-) (si riteneva che in questa notte le streghe si riunissero e scorrazzassero per le campagne, alla ricerca di erbe...)
In alcuni casi si bruciava, come per l'epifania, un pupazzo, cosi' da bruciare in effige la malasorte e le avversita'.



La raccolta delle erbe


Le erbe raccolte in questa notte hanno un potere particolare, sono in grado di scacciare ogni malattia e tutte le loro caratteristiche e proprieta' sono esaltate e alla massima potenza.

Le erbe più note da raccogliere nella notte del 24 sono: l'iperico detto anche erba di S. Giovanni; l'artemisia chiamata anche assenzio volgare e dedicata a Diana-Artemide; la verbena protettiva anch'essa e il ribes rosso che proteggeva dai malefici.
Oltre a quelle sopra citate erano anche ricercate: Vischio, SambucoAglio, Cipolla, Lavanda, Mentuccia, Biancospino, Corbezzolo, Ruta e Rosmarino.

Con alcune delle piante sopra citate era possibile fare "l’acqua di San Giovanni": si prendevano foglie e fiori di lavanda, iperico, mentuccia, ruta e rosmarino e si mettevano in un bacile colmo d'acqua che si lasciava per tutta la nottata fuori casa.
Alla mattina successiva le donne prendevano quest’acqua e si lavavano per aumentare la bellezza e preservarsi dalle malattie.
Altre erbe, usate nella medesima maniera davano origine ad altri tipi di acqua di s. Giovanni (ci sono delle variazioni tra regione e regione), che servivano comunque sempre contro il malocchio, la malasorte e le malattie, di adulti e bambini.    




















  

La rugiada


La rugiada della mattina di San Giovanni, ovviamente legata all'elemento acqua, ha il potere di curare, di purificare e di fecondare.
Nel nord europa se una donna desiderava molti figli, doveva stendersi nuda (o rotolarsi) nell’erba bagnata. Cio’ anche se voleva bei capelli e una buona salute. 

Se volete raccogliere la rugiada, potete stendere un panno tra l’erba, strizzandolo poi il mattino successivo. Oppure scavare una piccola buca, in cui inserirete un bicchiere o un altro contenitore. Sopra di esso poi metterete un telo impermeabile, fissato ai bordi della buca (in alto) e con un foro al centro proprio sopra l’orlo del bicchiere (sul fondo). La rugiada si depositera’ sul telo e scendera’ nel vostro contenitore. 



Luce di strega


Nella religione greca antica il solstizio d’inverno era chiamato ”porta degli dei” e quello estivo “porta degli uomini”, così come nella tradizione indù viene chiamato “deva yana” il primo e “pitri yana” il secondo.

Gli appositi rituali che vengono compiuti dovrebbero servire ad entrare in comunicazione e a mantenere l’equilibrio controllando le “forze” che passano attraverso l’apertura delle porta solstiziale.


(Tratto da La festa delle fate)

2 commenti:

  1. quante cose interessanti... un post molto bello!

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  2. grazie MadiS!
    mi piace molto seguire le antiche tradizioni che parlano dei poteri delle "streghe", perchè sono fondamentalmente convinta che quelle donne, che nel Medioevo furono fatte oggetto di un vero e proprio "olocausto" (2 milioni di donne, anziane e bambine, vennero trucidate dal Santo Uffizio cattolico con l'accusa di attentare alla vita dei maschi e di essere "compagne del demonio"!) in realtà fossero delle semplici "guaritrici", delle donne che conoscevano l'arte della medicina e delle erbe e lo usavano per aiutare le donne a partotire e a curare chi ne avesse bisogno; ovviamente, agli occhi di una Chiesa superstiziosa ed ignorante, i cui medici lasciavano morire le partorienti ed i loro figli, non era concepibile che un essere inferiore come la donna potesse detenere i segreti dell'arte medica: così le uccisero bruciandole sui roghi al grido di "A MORTE LE STREGHE"....l'ignoranza uccide più della fame!

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